
Fuori dalle ipocrisie e e dai tatticismi congressuali, dall'intruppamento delle idee e dalle "corse a segretario" c'è la possibilità di una discussione alta, partecipata e convincente dei "perché" di questa sconfitta storica e dei "come" uscirne. Non credo siano auspicabili, in questa fase, né gli eroi, né i salvatori della patria, e nemmeno i capri espiatori: piuttosto dentro un confronto se necessario aspro ma leale bisogna provare a costruire una gestione del partito basata sulla "cultura del fare" e della costruzione sociale (continua la lettura dell'intervento)
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