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venerdì 19 settembre 2008

Castelvolturno, rivolta degli immigrati dopo la strage di camorra

Vetrine rotte e auto in mezzo alla strada: «Non siamo trafficanti di droga, questo è razzismo»
CASTELVOLTURNO - Circa 130 proiettili esplosi da sei-sette sicari, a bordo di almeno un'auto e una moto. È questo lo scenario che gli investigatori hanno finora ricostruito dell'agguato in cui sono stati uccisi giovedì sera sei immigrati africani a Castelvolturno.
LA RIVOLTA - Nel frattempo, sale la rabbia a Castelvolturno: alcuni immigrati, bastoni in mano, hanno frantumato le vetrine di alcuni negozi e rivoltato auto in mezzo alla strada, distruggendo i vetri di altre vetture ferme. Il tutto davanti al luogo dove sono stati uccisi i sei stranieri. «Vogliamo giustizia - urlavano - non è vero che i nostri amici ammazzati spacciavano droga o erano camorristi. Sono state dette tutte cose false»
REAZIONI - Ma la strage è al centro dei discorsi di tutti gli abitanti. Davanti ai bar di piazza Annunziata, gli anziani i Casalesi neanche li vogliono chiamare per nome. «Meglio non nominarli nemmeno». « È normale che ci siano 18 morti in pochi mesi su neanche 20 mila abitanti? Lo Stato ci ha abbandonato, non c'è volontà di risolvere il problema e noi siamo ormai morti che camminiamo»
continua - dal corriere della sera, 19 set. 2008 ore 17,00

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