di Giosué Bove
La ricostruzione della strage di Castelvolturno, propugnata da ambienti della Questura e diffusa ampiamente dai mass-media, si è mossa in maniera pregiudiziale nel solco del “regolamento di conti” e della “spedizione punitiva dei Casalesi contro chi tenta di 'mettersi in proprio' nel traffico di droga nella zona”. E' una ricostruzione di comodo, perfettamente adeguata al clima razzista del “pacchetto sicurezza” del governo Berlusconi. In realtà dalle decine e decine di testimonianze raccolte, le vittime del raid nella sartoria erano sarti, barbieri, pittori, operai e braccianti “con i calli alle mani”, completamente estranei al traffico di droga (leggi l'intero intervento)
La ricostruzione della strage di Castelvolturno, propugnata da ambienti della Questura e diffusa ampiamente dai mass-media, si è mossa in maniera pregiudiziale nel solco del “regolamento di conti” e della “spedizione punitiva dei Casalesi contro chi tenta di 'mettersi in proprio' nel traffico di droga nella zona”. E' una ricostruzione di comodo, perfettamente adeguata al clima razzista del “pacchetto sicurezza” del governo Berlusconi. In realtà dalle decine e decine di testimonianze raccolte, le vittime del raid nella sartoria erano sarti, barbieri, pittori, operai e braccianti “con i calli alle mani”, completamente estranei al traffico di droga (leggi l'intero intervento)
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